Coronavirus, economia e democrazia

Coronavirus: un fallimento della democrazia

This article deals mostly with the Italian Government handling of the crisis and is offered in Italian as first language. If you are interested nonetheless here you can find its gtranslated version

Coronavirus, economia e democrazia: mi dispiace ma non riesco a essere ottimista.
E – mi dispiace ancora di più – ma non penso che andrà tutto bene.
Al contrario penso che dove non è arrivata la crisi finanziaria del 2008 e – retrospettivamente – il colpo di mano istituzionale avvenuto del 2011 sotto la pressione dei mercati, il coronavirus riuscirà agilmente: atterrare la già fragile economia italiana.

Coronavirus: social mood economia Italiana 2020
Istat – mood sociale

L’impatto economico e il rispetto della democrazia sono i due principali aspetti criticabili delle scelte messe in campo da questo governo, partendo dal presupposto, per nulla scontato, che le misure imposte saranno efficaci in maniera definitiva.

Nel caso in cui le misure si riveleranno non sufficienti – perché diciamolo francamente, di questo virus finora si è capito ben poco – a queste se ne aggiunge una terza: l’inefficacia delle misure messe in campo.

Economia

E’ singolare quanto fin dai primi giorni non si sia messo a fattore nel piano degli interventi il costo economico. Se infatti assegnare un valore economico alla vita – prassi standard peraltro per gli assicuratori – come ricordava giorni fa Economist può sembrare non etico, è altrettanto vero che gli impatti di una crisi economica duratura in termini di disagi, sacrifici, opportunità perse per le generazioni presenti e future deve essere tenuto in conto, tanto quanto la salute della popolazione.

Europa: popolazione sotto la fascia di povertà
Livello di povertà in Europa – CIA Factbook

Banalizzando, è inutile rimanere sani se domani non c’è più nulla da mangiare.
E se il parallelo sembrasse troppo tirato, consiglio di guardare cosa è successo in Grecia dopo il salvataggio europeo: il 36% della popolazione è sotto la fascia di povertà comunitaria.

E per effetto del pollo di Trilussa, il dato nasconde – neanche troppo – delle vere tragedie umane.
Interessante come CIA e Eurostat divergono sulla misurazione della povertà di Grecia e Italia di “appena” 15 punti percentuali. E altrettanto interessante è che la CIA ci considera già alla stregua della Grecia.

Eurostat: popolazione sotto la fascia di povertà
Rischio di povertà Europa – Eurostat

Un approccio adeguato avrebbe dovuto valutare immediatamente – le risorse economiche ed intellettuali utili a tal fine in Italia non mancano – gli scenari economici connessi alle diverse opzioni e guidare in maniera oculata le scelte.

Dal susseguirsi disordinato dei provvedimenti, dall’assenza di comunicazione e dall’assenza di un approccio analitico e strutturato al problema, si evince un esecutivo che è corso dietro all’emergenza, reagendo in maniera emotiva alle immagine dei media, né più e né meno come il migliore degli uomini di strada. Non certo come espressione di una leadership che ha responsabilità di una nazione.

Democrazia

Questa emergenza è stata inoltre un vero fallimento della democrazia e da questo sfortunato episodio che è il coronavirus abbiamo molto da imparare anche in questo senso.

Abbiamo da imparare, o forse ricordare, che la classe politica che abbiamo al potere non esprime neanche lontanamente le migliori competenze del paese.
Lo sapevamo, li abbiamo eletti, più che altro per mancanza di credibili alternative, ma l’inadeguatezza della classe politica in tempi di emergenza diventa ancora più manifesta. Quando l’acqua si abbassa diventa più visibile il fondo.

La Costituzione

Abbiamo da imparare che anche la nostra bella costituzione, bella soprattutto perché è nata sulla pelle degli italiani, ha dei limiti. Se prevede delle procedure per la dichiarazione dello stato di guerra, tuttavia non prevede una procedura per la dichiarazione dello stato di emergenza. Questo è avvenuto per scelta dei costituenti, perché non si voleva lasciare adito a possibili interpretazioni pretestuose. Lasciando il punto sospeso, si è di fatto creato un vuoto di legge.

A questo vuoto è stato ovviato con la legge del 2018 sulla Protezione Civile che permette al Presidente del Consiglio di dichiarare lo stato di emergenza.  La deliberazione con carattere di urgenza è invece prevista in costituzione all’articolo 77c, ma la costituzione prevede anche la centralità del ruolo del parlamento sia nella decretazione dello stato di urgenza che nella convalida entro 60 giorni dei provvedimenti presi in urgenza.

L’emergenza coronavirus invece è stata decretata in solitario dal governo, che si è avvalso di un comitato tecnico scientifico nel definire la linea di azione e ha escluso completamente un passaggio parlamentare.  Il parere del comitato però non è risultato vincolante, come nel caso della chiusura delle scuole per cui si era espresso negativamente, in maniera condivisibile peraltro, vista l’assenza di evidenza scientifica sui benefici della chiusura.
Un bell’articolo del Sole sul tema delle libertà

Il ruolo del Parlamento

La sospensione dell’attività parlamentare, poi divenuta riduzione al minimo delle sedute, ha di fatto creato i presupposti per una ulteriore assenza di bilanciamento del potere esecutivo. E’ curioso che in pieno 2020 i nostri organi costituzionali non siano in grado di esprimere la propria volontà se non in presenza. Anche in questo caso poco è meglio di nulla e il voto remoto ormai non solo è tecnicamente possibile ma anche molto sicuro. Rendere possibile il voto remoto parlamentare sarà un dovere ancora prima che una possibilità per evitare in futuro nuovamente effetti dell’uomo solo al comando.

La civiltà latina

In questo basta imparare dal passato. Se l’istituto del dictator nella civiltà latina era proprio collegato alla gestione delle emergenze e dei pericoli per la società romana, è anche vero che questo incarico veniva concordato dai consoli e dal senato, che il suo perimetro di deleghe era ben definito e collegato all’emergenza e sappiamo anche che con i romani non è andata a finire bene.

Giulio Cesare Dictator Fori Imperiali
Giulio Cesare Dictator

Giulio Cesare, non il primo ma il più eminente dei dittatori nominati si fece iterare la carica – al massimo annuale – per dieci anni. E Augusto, a cui venne richiesto di accettarla, la declinò intelligentemente, visto che ormai assommava in se già i relativi poteri e la repubblica era di fatto diventata un impero.

La gestione delle emergenze

Quindi è proprio nella gestione delle emergenze che occorre tutelare le libertà fondamentali e fare attenzione all’osservanze delle procedure democratiche, perché è nella emergenze che si insidiano i maggiori pericoli.

In questo caso sono state limitate in maniera drastiche le libertà fondamentali previste dalla nostra carta costituzionale, senza alcun dibattimento ma semplicemente riferendo alle Camere, in maniera emergenziale e senza neanche una chiara condivisione sull’utilità dei provvedimenti presi in ambito accademico e scientifico.

Effetti limitazione attività produttive su valore aggiunto
Istat – effetti su valore aggiunto della chiusura attività economiche

Le difficili scelte, ora

Del resto, questa procedere approssimativo, non giustificato dal carattere di urgenza, data l’ampia capacità di mobilitare le risorse del paese a disposizione del Governo, ha fatto invece da contraltare la quasi totale assenza di un contraddittorio nelle scelte e la devastazione economica imposta dalle stesse.
Ora bisogna correre ai ripari, per coerenza, sempre in maniera sconclusionata.
Resta da vedere se i sacrifici di una intera popolazione porteranno i frutti previsti in termini di contenimento del virus. Visto che non è possibile estendere la quarantena a tempo indeterminato, a breve – se non brevissimo – il Governo dovrà fare i conti con la miopia del proprio operato.

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